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Nel bianco e nero d’un bacio in fondo al binario

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Tra il vociare dei viaggiatori ti ho cercato,
sul nastro grigio
del binario interminabile
nell’afa di fine luglio addormentato.

Milano Centrale.

Il fascino, il benvenuto frenetico
tra le volte e le vetrate.
Soffiavo sulla cenere
anonima Pandora
delle mie meste, trascorse giornate
nelle gocce di nostalgia in lacrime di porpora.

Tra la gente distratta
intenta a trascinare la valigia
Ti ho aspettato
e l’emozione cresceva come magnolia di cinigia,
palpitavo nell’ansioso batticuore come rosa scarlatta.

Sul binario dell’alta velocità
il treno in soffio di velluto
si fermava già.

Ed il mio cuore
il tuo nome sillabava
nel ritrovarsi
in un sorriso radioso e muto.
Inconfondibile il tuo incedere,
caro e familiare il tuo passo.

Eccoci insieme
ancora noi.
Alla vita crudele e beffarda
scacco matto.

Tra la folla
Ti ho riabbracciato.

Il tuo sguardo chiaro,
mio mare di giada
mi ha lambita
nel tramestio di passi
nel nevrotico viavai.

La carezza d’autunno del tuo sguardo,
Amore
fra migliaia di occhi sconosciuti
nemmeno fra miliardi di passeggeri
nella stazione della mia solitudine
la confonderei mai.

Ed il bianco e nero
soave e sublime
del nostro bacio in fondo al binario
nel fermo immagine del cuore
non lo dimenticherò mai.

E con Te
compirò l’avvincente guado,
sarò la tua compagna di viaggio.

Abbracciami ancora,
non lasciarmi mai.

Fai rifiorire
il roseto spento dei mie occhi,
assiderati in solitari nevai.

Insieme a Te
mia candida rosa di maggio
che come l’incanto lirico dell’autunno
non resti
ma malinconico e pensoso
nel vento vai.

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